5 modi in cui il Gladiatore era storicamente accurato (e 5 in cui non lo era)
Hollywood non ha mai evitato di scandagliare gli annali della storia in cerca di ispirazione. Spesso questo ha portato a film molto divertenti e a performance da premio Oscar, come dimostrano film come Gandhi, Braveheart e Titanic.
Anche se il valore drammatico di questi film è spesso irreprensibile, la loro accuratezza storica è molto discutibile. Deve avere senso, dal punto di vista di un regista, evitare la stretta aderenza ai fatti per concentrarsi sul merito artistico, specialmente se il soggetto è così remoto che potrebbe anche essere un mito. È il caso del perennemente preferito dai fan, Il Gladiatore, che incarna sia fatti storici che palese finzione.
10 ACCURATO: IL SIMBOLO DELLA LIBERTÀ
Uno dei personaggi più interessanti del film è Proximo, l’ex gladiatore che, dopo aver ottenuto la libertà, ha aperto la sua arena in uno dei satelliti di Roma. La sua descrizione del processo con cui un gladiatore riceveva la sua libertà è storicamente accurata.
Una volta che un gladiatore era sopravvissuto fino alla pensione o aveva guadagnato la sua libertà, gli veniva data una spada di legno, o rudis, che simboleggiava quella libertà. Anche se Proximo fu liberato dall’imperatore Marco Aurelio, non era necessario che ogni gladiatore ricevesse questa dispensa dall’imperatore stesso.
9 INACCURATO: THUMBS UP/THUMBS DOWN
È un punto fermo di tutti i film epici da Spartacus al Gladiatore; un combattente sudato, insanguinato ed esausto per una battaglia duramente combattuta, guarda dal suo nemico sconfitto verso l’imperatore per un segnale che gli risparmi la vita o lo massacri: pollice su o pollice giù.
Tuttavia, ci sono poche o nessuna prova che questo preciso gesto sia stato usato, anche se probabilmente qualche tipo di gesto c’era. L’errata convinzione deriva da un dipinto di gladiatori romani di Jean-Léon Gérôme chiamato Pollice Verso, che mostra il pubblico che usa il segno del pollice in giù per chiedere la morte del gladiatore sconfitto.
8 ACCUSA: GUERRA IN GERMANIA
Gladiator aveva una delle aperture più sbalorditive e viscerali di un’epopea classica mai girata, una battaglia enorme tra l’esercito romano e le orde germaniche. Girata in modo freneticamente stridente, la sequenza metteva il pubblico direttamente nel mezzo della battaglia, risucchiandolo nel mondo antico fin dall’inizio.
Che l’impero romano fosse impegnato in una guerra prolungata con le tribù germaniche è esatto. Marco Aurelio passò l’ultima parte della sua carriera di imperatore a rendere sicura la frontiera settentrionale nel tentativo di tenere a bada le tribù germaniche.
7 INACCURATO: MAXIMUS NON ESISTEVA
In una scena che ha probabilmente solidificato lo status di Russell Crowe come protagonista di Hollywood, il generale diventato gladiatore si toglie l’elmo e dichiara: “Il mio nome è Massimo Decimo Meridio, comandante degli eserciti del Nord, generale delle legioni Felix, fedele servitore del vero imperatore, Marco Aurelio. Padre di un figlio assassinato, marito di una moglie assassinata. E avrò la mia vendetta, in questa vita o nella prossima!”
Per quanto queste parole siano agghiaccianti, la persona che le pronuncia non esiste veramente. Il personaggio è una completa invenzione creata solo per il film e non ha alcuna menzione nella storia.
6 ACCURATO: IL CARATTERE DI MASSIMO
Il personaggio di Massimo Decimo Meridio può essere stato inventato, ma la sua personalità e le sue caratteristiche erano saldamente radicate nella storia romana.
Al tempo della Repubblica, quando Roma affrontava una grave minaccia esterna, il Senato nominava un uomo che la portasse a termine, con l’aspettativa che avrebbe ceduto il potere quando la minaccia fosse stata sconfitta. Secondo la leggenda, il Senato si avvicinò a Lucio Quinzio Cincinnato mentre stava coltivando per sottomettere una forza ostile. Cincinnato impiegò solo quindici giorni per sedare la minaccia, e una volta fatto, tornò alla sua agricoltura piuttosto che mantenere il potere. Il rifiuto risoluto di Massimo di assumere il potere a Roma rispecchia quello del leggendario generale romano Cincinnato, così come il suo amore per una vita semplice da contadino.
5 INACCORDO: LUCILLA & “RELAZIONE” di Commodo
Lucilla è stata presentata come una donna integerrima nel Gladiatore, preoccupata per lo stato dell’Impero Romano e inorridita sia per il dominio del fratello che per il suo affetto amoroso nei suoi confronti. Anche se è vero che ha organizzato un tentativo di assassinio malriuscito di Commodo, non ci sono prove che lui abbia mai nutrito sentimenti erotici nei suoi confronti.
È probabile che la reputazione di Roma come un impero opulento, corrotto e depravato abbia ispirato gli sceneggiatori del film a includere un punto della trama così salace nella sceneggiatura, ma non ha alcuna base storica.