Chi è Ada Lovelace?
Ada Lovelace – più formalmente conosciuta come Augusta Ada King, la contessa di Lovelace – è stata una scrittrice e matematica britannica del XIX secolo, resa popolare come una delle prime sviluppatrici di programmi per la tecnologia informatica emergente.
I suoi effettivi contributi alle basi della programmazione informatica sono stati oggetto di un acceso dibattito, con i sostenitori che la dipingono come una visionaria e i critici che sostengono che ci sono poche prove che sia stata direttamente responsabile di qualcosa di nuovo.
Quello che sembra essere chiaro è che Lovelace era una scrittrice scientifica notevole che non solo ha riconosciuto l’importanza della prima tecnologia informatica, ma aveva la conoscenza e il talento per comunicarla in modi che ancora risuonano attraverso i secoli.
Come ha fatto Ada Lovelace a diventare una famosa matematica?
Ada era l’unica figlia nata dal matrimonio tra il poeta libertino George Gordon ‘Lord’ Byron e ‘Lady’ Anne Isabella Noel Byron, undicesima baronessa Wentworth e baronessa Byron.
Avere genitori ricchi e famosi non era tutto rose e fiori per la giovane Ada. Suo padre mandò via sia lei che sua madre quando Ada aveva appena poche settimane, per poi morire 8 anni dopo avendo avuto poco a che fare con la figlia che avrebbe voluto fosse un figlio.
La nonna materna di Ada, Judith, Lady Milbanke, era responsabile della sua educazione in una isolata tenuta di campagna. Eppure la madre, in gran parte assente, ha insistito per una ricca educazione della figlia, in particolare in matematica. Una serie di precettori e governanti le assicurò un’educazione precoce in diverse materie come la storia, le lingue e la chimica.
Una di queste istitutrici era una matematica e astronoma scozzese di nome Mary Somerville, una figura nota come la prima persona ad essere descritta – a torto o a ragione – come una scienziata.
Fu Somerville che presentò la diciassettenne Ada a un matematico e ingegnere meccanico molto rispettato di nome Charles Babbage, un uomo che sarebbe stato per sempre noto per la sua invenzione e progettazione di motori multipli in grado di svolgere una varietà di funzioni matematiche.
Anche se non fu mai completato, un dispositivo indicato come motore analitico è oggi riconosciuto come il primo computer universale. Attraverso una serie di istruzioni opportunamente disposte su schede forate, il massiccio motore a orologeria era destinato a elaborare dati secondo una serie di operazioni, e persino a contenere fino a 1.000 grandi numeri in una memoria.
È stato il prototipo di un dispositivo più semplice in grado di calcolare funzioni polinomiali, chiamato motore differenziale, ad attirare l’attenzione di Ada subito dopo aver incontrato Babbage. Attraverso Sommerville, lei e il famoso ingegnere avrebbero sviluppato una forte amicizia intellettuale basata sul reciproco amore e rispetto per i numeri.
Babbage avrebbe ispirato Ada nel suo amore per la matematica; Ada avrebbe conquistato il rispetto di Babbage per la sua capacità di articolare e promuovere il suo lavoro.
Quando un matematico italiano di nome Luigi Menabrea pubblicò un articolo sul motore analitico nel 1842, fu Ada a tradurlo dal francese che usava in inglese, corredandolo ampiamente di note che aiutavano il lettore a capire i concetti base di come i motori differissero.
Ada ha scritto il primo programma per computer?
Una delle note di Ada per l’articolo di Menabrea, intitolata semplicemente come nota ‘G’, descrive un algoritmo che potrebbe essere usato insieme al motore analitico per calcolare i numeri di Bernoulli.
Grazie all’inclusione di questo algoritmo, Ada Lovelace viene regolarmente indicata come la prima programmatrice di computer.
È indiscusso che le note di Ada includano il primo resoconto pubblicato di un algoritmo progettato per quello che può essere considerato il primo computer (teorico) universale. Quello che non è chiaro è quanto credito le spetti per la novità del programma; mentre lei è senza dubbio orgogliosa dei suoi contributi, non ci sono prove che l’algoritmo nella nota G fosse solo, o anche solo parzialmente, una sua invenzione.
Come afferma lo storico Bruce Collier nella sua tesi sull’argomento;
“Sebbene sia chiaro che Lady Lovelace era una donna di notevole interesse e talento, ed è chiaro che capì in misura considerevole le idee di Babbage sul carattere generale e sul significato del motore analitico, e le espresse bene nelle sue note al documento di Menabrea, è altrettanto chiaro che le idee erano effettivamente di Babbage e non sue; infatti, non ha mai fatto alcuna affermazione del contrario.”
Chi merita dunque di essere chiamato il ‘primo programmatore’? Come per la maggior parte delle cose nella scienza e nella tecnologia, non c’è un momento di invenzione che spicca. Babbage certamente sapeva come doveva essere programmato il suo motore, ma il sistema di schede perforate su cui si basava era simile ai processi usati per modellare i modelli nei telai di tessitura creati da un tessitore di seta francese, Joseph Maria Jacquard.
Possiamo immaginare i primi programmi come una maglia della vecchia tecnologia di tessitura e della matematica tabellata da Babbage, inventata non da una singola persona in assoluto.
L’abilità di Ada nel comunicarli con tale acume e chiarezza ha quasi certamente contribuito a rendere popolare l’idea, e forse ha guidato e persino ispirato Babbage nel suo lavoro continuo, ma c’è poca ragione per pensare alla dotata figlia di Lord Byron come al primo programmatore del mondo.
Biografia
Nasce il 10 dicembre 1815 dal poeta e politico George Gordon Byron, 6° Barone Byron, e da Anne Isabella Noel Byron, 11° Baronessa Wentworth e Baronessa Byron, (nota anche come Annabella Milbanke).
Morto: 27 novembre 1852, a 36 anni, per un cancro all’utero, forse aggravato dal trattamento estremo del salasso.
Come persona: All’età di 20 anni, Ada sposò William King-Noel, 1° conte di Lovelace e divenne Lady King, da cui ebbe tre figli. La sua vita fu segnata da lunghi periodi di malattia da bambina, e negli ultimi anni fu rovinata da scandali che coinvolgevano voci di relazioni e il gusto per il gioco d’azzardo.