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Come funziona il sogno americano

Lo storico James Truslow Adams riceve spesso il credito per aver reso popolare l’idea del sogno americano. Nel suo libro del 1931 “The Epic of America”, Adams descrisse “quel sogno di una terra in cui la vita dovrebbe essere migliore, più ricca e più piena per tutti, con opportunità per ciascuno secondo le capacità o i risultati”.

Ma il concetto di sogno americano, come lo definì Adams, in realtà esisteva molto prima di lui. Nel 1630, John Winthrop fece il suo sermone della “città su una collina” ai suoi compagni coloni puritani mentre navigavano verso il Massachusetts. Anche se Winthrop non ha mai usato la parola “sogno”, ha eloquentemente descritto la sua visione di una società in cui tutti avrebbero avuto la possibilità di prosperare, purché tutti lavorassero insieme e seguissero gli insegnamenti biblici. Gradualmente, quel sogno di opportunità si è evoluto nella mente dei coloni in un diritto dato da Dio. Nella Dichiarazione d’Indipendenza del 1776, Thomas Jefferson affermò che tutti in America, almeno quelli che non erano stati ridotti in schiavitù dai coloni, avevano diritto a “vita, libertà e ricerca della felicità”.

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Come l’America si è evoluta e cresciuta nel corso del XIX secolo, così ha fatto la nozione che l’America era diversa dagli altri paesi: Era una terra di opportunità ineguagliabili, dove tutto poteva essere realizzato se una persona aveva il coraggio di sognare abbastanza in grande. Alexis de Tocqueville, un francese che visitò la nuova nazione negli anni 1830, chiamò questa convinzione “il fascino del successo anticipato”. Il filosofo trascendentalista americano Henry David Thoreau, nel suo libro “Walden” del 1854, lo articolò in questo modo: “Se uno avanza con fiducia nella direzione dei suoi sogni, e si sforza di vivere la vita che ha immaginato, incontrerà un successo inaspettato nelle ore comuni”.

Le parole “sogno americano” cominciarono gradualmente ad apparire in articoli di giornale e libri nella metà e fine del 1800, spesso in riferimento a pionieri coraggiosi che si dirigevano verso ovest per cercare fortuna, o agli immigrati europei che arrivavano nei porti degli Stati Uniti in cerca di lavori e case migliori. All’inizio del 20° secolo, era un eufemismo per la mobilità economica verso l’alto – il prototipo del sogno americano da straccioni a ricchi. Nel romanzo di Sherwood Anderson del 1916 “Il figlio di Windy McPherson”, per esempio, l’autore descriveva il suo protagonista come “un multimilionario americano, un uomo nel pieno della sua attività economica, uno che aveva realizzato il sogno americano”.

Come si è evoluta la visione americana della prosperità nel XX secolo?

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