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Donatello Biografia

Opere successive

Molte delle opere successive di Donatello dimostrano la sua comprensione dell’arte classica. Per esempio, il David in bronzo nel Bargello è un giovane ragazzo vestito solo con stivali e un cappello a punta. Questa figura enigmatica è con tutta probabilità il primo nudo libero esistente dall’antichità.

Dal 1443 al 1453 Donatello fu a Padova, Italia, dove in Piazza del Santo creò il colossale monumento equestre (con cavallo) in bronzo al condottiero veneziano chiamato Gattamelata. Fu la prima importante ripetizione scultorea della statua equestre del secondo secolo di Marco Aurelio a Roma. Donatello ritrasse il Gattamelata come l’uomo ideale del Rinascimento, un periodo segnato dal risveglio artistico tra il XIV e il XVI secolo. Un’altra importante commissione a Padova fu l’altare maggiore di Sant’Antonio, decorato con quattro grandi rilievi narrativi che rappresentano la vita di Sant’Antonio, rilievi più piccoli e sette statue in bronzo a grandezza naturale, tra cui una Madonna seduta con Bambino e una Crocifissione in bronzo (una rappresentazione di Cristo sulla croce). Donatello aveva già fatto notevoli esperimenti con illusioni di spazio nei suoi grandi medaglioni in stucco per la Sagrestia Vecchia di San Lorenzo a Firenze; ora i suoi maggiori rilievi padovani in bronzo presentano un’idea esplosiva dello spazio con figure abbozzate e una superficie molto eccitata e occupata. L’influenza di queste scene sui pittori dell’Italia settentrionale sarà enorme e duratura.

Tornato a Firenze, l’anziano Donatello scolpì in legno di pioppo una Maddalena malsana e ossessionante per il Battistero (1454-1455). Romanticamente distorta nell’estrema bruttezza, la figura della santa nel deserto aveva originariamente la pelle abbronzata e la doratura (un sottile strato d’oro) sui suoi mostruosi capelli. Nel 1456 Donatello fece un gruppo altrettanto inquietante in bronzo di Giuditta che taglia la testa di Oloferne. Ora in Piazza della Signoria, a Firenze, fu originariamente commissionato, apparentemente come una fontana, per il cortile di Palazzo Medici.

Alla morte di Donatello, il 13 dicembre 1466, due pulpiti di bronzo non finiti (piattaforme per la predicazione) furono lasciati in San Lorenzo, a Firenze. Su uno ci sono pannelli in rilievo, che mostrano la tortura e l’uccisione di Cristo per mezzo di forme distorte e azioni selvaggiamente emotive. Terminate dal suo allievo Bertoldo di Giovanni, le scene del pulpito rivelano l’intuizione del grande maestro sulla sofferenza umana e la sua esplorazione dei regni oscuri dell’esperienza umana.

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