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L’era pre-guerra civile (1815-1850)

Gli anni pre-guerra civile (1820-1860, o “anni antebellum”) furono tra i più caotici della storia americana, un periodo di cambiamenti significativi che ebbero luogo quando gli Stati Uniti diventarono adulti. Durante questi anni, la nazione si trasformò da una nazione sottosviluppata di agricoltori e uomini di frontiera in una potenza economica urbanizzata. Mentre il Nord industrializzato e il Sud agricolo si allontanavano sempre di più, cinque tendenze principali dominavano la vita economica, sociale e politica americana durante questo periodo.

In primo luogo, la rivoluzione del mercato – il passaggio da un’economia agricola a una basata sui salari e sullo scambio di beni e servizi – cambiò completamente l’economia settentrionale e occidentale tra il 1820 e il 1860. Anche la falciatrice meccanica di Cyrus McCormick rivoluzionò la produzione di grano nell’Ovest. Miglioramenti interni come il Canale Erie e la Cumberland Road, combinati con nuovi modi di trasporto come il battello a vapore e la ferrovia, permisero alle merci e ai raccolti di fluire facilmente ed economicamente tra l’ovest agricolo e il nord manifatturiero. La crescita dell’industria manifatturiera generò anche il sistema del lavoro salariato.

In secondo luogo, la società americana si urbanizzò drasticamente durante quest’epoca. Gli Stati Uniti erano stati una terra composta quasi interamente da agricoltori, ma intorno al 1820, milioni di persone cominciarono a trasferirsi nelle città. Essi, insieme a diversi milioni di immigrati irlandesi e tedeschi, inondarono le città del nord per trovare lavoro nella nuova economia industriale. L’avvento del sistema di lavoro salariato giocò un ruolo importante nel trasformare il tessuto sociale perché diede vita alla prima classe media americana. Composta principalmente da colletti bianchi e lavoratori qualificati, questa crescente classe media divenne la forza trainante di una varietà di movimenti di riforma. Tra questi c’erano movimenti per ridurre il consumo di alcol, eliminare la prostituzione, migliorare le prigioni e i manicomi, migliorare l’istruzione e vietare la schiavitù. Il revivalismo religioso, risultante dal Secondo Grande Risveglio, ebbe anche un grande impatto sulla vita americana in tutte le parti del paese.

In terzo luogo, le maggiori lotte politiche durante il periodo antebellico si concentrarono sui diritti degli stati. Gli stati del Sud erano dominati dagli “states’ rightters”, coloro che credevano che i singoli stati dovessero avere l’ultima parola in materia di interpretazione della Costituzione. Ispirato dai vecchi Democratici-Repubblicani, John C. Calhoun sostenne nel suo saggio “South Carolina Exposition and Protest” che gli stati avevano il diritto di annullare le leggi che ritenevano incostituzionali perché gli stati stessi avevano creato la Costituzione. Altri, come il presidente Andrew Jackson e il giudice capo John Marshall, credevano che il governo federale avesse autorità sugli stati. Il dibattito arrivò al culmine nella Crisi della Nullificazione del 1832-1833, che quasi sfociò in una guerra civile.

In quarto luogo, e strettamente legato alla questione dei diritti degli stati, fu il dibattito sulla schiavitù, la questione più divisiva che la nazione avesse mai affrontato. Tra il 1820 e il 1860, sempre più nordisti si resero conto degli orrori e delle ingiustizie della schiavitù, mentre i sudisti si affidavano sempre più ad essa per sostenere la loro economia basata sul cotone. I nordisti non volevano necessariamente l’uguaglianza sociale e politica per i neri; essi cercavano semplicemente la loro emancipazione. Il dibattito politico si concentrò principalmente sull’espansione verso ovest della schiavitù, che le élite del sud vedevano come vitale per la sopravvivenza del loro aristocratico ordine sociale ed economico. Altri si opposero con veemenza all’espansione della schiavitù al di fuori del Sud. Il dibattito fu critico nella crisi del Missouri, l’annessione del Texas e dopo la guerra messicana.

Infine, la stessa questione dell’espansione verso ovest ebbe un profondo effetto sulla politica e la società americana durante gli anni antebellici. Sulla scia della guerra del 1812, molti americani nazionalisti credevano che Dio intendesse diffondere la democrazia e il protestantesimo in tutto il continente. Questa idea del “destino manifesto” spinse oltre un milione di americani a vendere le loro case nell’Est e a partire per le insidiose strade dell’Oregon, dei Mormoni, di Santa Fe e della California. I politici capitalizzarono il sentimento pubblico per acquisire la Florida e l’Oregon e dichiararono guerra al Messico nel 1846 per impadronirsi del Texas, della California e di tutto ciò che si trovava nel mezzo. La rivoluzione del mercato, il lavoro salariato, il miglioramento dei trasporti, le riforme sociali e la crescente classe media del Nord si scontrarono con le radicate gerarchie sociali quasi feudali del Sud. Ogni successivo dibattito sulla schiavitù e sull’espansione verso ovest allontanò ulteriormente le due regioni finché alla fine, negli anni 1850, il Nord e il Sud erano due luoghi selvaggiamente diversi, culturalmente, socialmente ed economicamente.

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