Articles

Stenografia

Storia e sviluppo della stenografia

Nel corso dei secoli la stenografia è stata scritta con sistemi basati sull’ortografia (l’ortografia normale), sulla fonetica (i suoni delle parole), e su simboli arbitrari, come un piccolo cerchio dentro un cerchio più grande per rappresentare la frase “intorno al mondo”. La maggior parte degli storici datano gli inizi della stenografia con lo storico greco Senofonte, che usò un sistema greco antico per scrivere le memorie di Socrate. Fu nell’Impero Romano, tuttavia, che la stenografia divenne generalmente usata per la prima volta. Marco Tullio Tiro, un dotto liberto membro della famiglia di Cicerone, inventò le notae Tironianae (“note tironiane”), il primo sistema stenografico latino. Ideato nel 63 a.C., è durato più di mille anni. Tiro compilò anche un dizionario stenografico. Tra i primi stenografi esperti c’erano l’imperatore Tito, Giulio Cesare e un certo numero di vescovi. Con l’inizio del Medioevo in Europa, tuttavia, la stenografia venne associata alla stregoneria e alla magia, e scomparve.

Quando era arcivescovo di Canterbury, Thomas Becket (1118-70 circa) incoraggiò la ricerca sulla stenografia di Tiro. Nel XV secolo, con la scoperta in un monastero benedettino di un lessico di note ciceroniane e di un salterio scritto in stenografia tironiana, si risvegliò un rinnovato interesse per questa pratica. In qualche modo influenzato dal sistema di Tiro, Timothy Bright progettò un sistema inglese nel 1588 che consisteva di linee rette, cerchi e mezzi cerchi. Il sistema di Bright si chiamava Characterie: an Arte of Shorte, Swifte, and Secrete Writing by Character.

Abbonati a Britannica Premium e accedi a contenuti esclusivi. Subscribe Now

Il XVII secolo ha prodotto quattro importanti inventori di sistemi stenografici: John Willis, che è considerato il padre della stenografia moderna; Thomas Shelton, il cui sistema fu usato da Samuel Pepys per scrivere il suo famoso diario; Jeremiah Rich, che rese popolare l’arte pubblicando non solo il suo sistema ma anche i Salmi e il Nuovo Testamento nel suo metodo di stenografia; e William Mason, il cui metodo fu usato per registrare sermoni e per tradurre la Bibbia negli anni successivi alla Riforma. Il sistema di Mason fu poi adattato e divenne il sistema ufficiale del Parlamento britannico.

Diversi altri sistemi furono inventati nei decenni successivi, ma la maggior parte di essi ebbe vita breve. Uno dei più riusciti fu quello dello stenografo britannico Samuel Taylor, che nel 1786 inventò un sistema basato su quello di uno dei suoi predecessori. Il metodo di Taylor fu adattato in francese, spagnolo, portoghese, italiano, svedese, tedesco, olandese, ungherese e altre lingue.

La rivoluzione industriale portò una richiesta di stenografi negli affari. Poiché i sistemi geometrici allora in uso richiedevano un alto livello di istruzione e una lunga formazione, c’era bisogno di un metodo che fosse più facile da imparare. Il tedesco Franz Xaver Gabelsberger (1789-1849) si allontanò dai metodi geometrici e sviluppò un semplice sistema corsivo. Il sistema di Gabelsberger, che chiamò “Arte del segno parlato”, era basato sui caratteri latini a mano lunga e aveva una pulizia e una bellezza di contorno che è insuperabile. Ebbe un successo spontaneo e si diffuse in Svizzera, Austria, Scandinavia, Finlandia e Russia. La semplicità del sistema rese facile la sua traduzione in altre lingue, e nel 1928 divenne il sistema nazionale italiano.

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *